sabato 27 giugno 2009

Il Milazzo del 2000? No, l'Armata Brancaleone

Non so fino a che punto sia azzeccato il paragone tra Miccichè e Lombardo con Milazzo. Per ovvi motivi, naturalmente. Primo perchè penso che Silvio Milazzo, sia pure con numerosi errori tattici e strategici, con il suo Governo aprì la strada al Centro sinistra nazionale con Dc e Psi, mentre non riesco proprio a capire quale sia l'utilità e il fine di un governo come il Lombardo-Bis, nato tradendo parte dell'elettorato di centrodestra che aveva contribuito alla sua elezione, rappresentato dall'Udc. Anzi, in realtà non capisco quale bene trarrà il popolo siciliano da un simile esperimento, perchè è chiarissimo che l'unico a conquistare qualcosa sarà il catanese. Si sa, il suo sogno è sempre stato quello di fondare un Partito del Sud, qualcosa che vada oltre l'Mpa, e che diventi la controparte meridionale della Lega, insieme a personaggi molto raccomandabili come Miccichè (che guarda caso, fu il suo oppositore alla candidatura alla presidenza, bella coerenza!) in Sicilia e Bassolino e Loiero nel resto del sud. Più che un progetto politico, mi pare l'Armata Brancaleone.

mercoledì 24 giugno 2009

Chi ha paura del laboratorio Puglia?

Di sicuro Berlusconi e Bossi. Forse Fini e FareFuturo. Certamente Il Giornale e Libero. Quasi quasi anche Franceschini. Perchè l'alleanza Pd-Udc-Io Sud ha dato i suoi frutti. E pure belli abbondanti: vittoria ovunque (o quasi), anche dove il candidato sembrava in svantaggio. Inoltre, guardando il dato europeo, l'Udc aumenta i propri voti in regione rispetto alle politiche (9,1 per cento contro il 7,9 del 2008), nonostante l'abbandono di personaggi come Tato Greco e si consolida nel resto del Meridione. A questo punto l'ombra di un patto Casini-Rutelli-D'Alema non è più solo uno spettro, fantapolitica. I contorni dell'operazione sono chiari: i centristi del Pd (Rutelli, Letta, Binetti...) coinfluirebbero nel Partito della Nazione, permettendo a Baffino di imbarcare tutta la Galassia dei Sinistrati nel nuovo Pd socialdemocratico e di poter tornare al centro-sinistra con il trattino. Ma adesso si aggiungono altri pezzi al progetto, come il tandem Vendola-Bortone alla presidenza della regione Puglia. Ma queste sono solo piccolezze, di fronte al vero cuore dell'operazione. Amesso, infatti, che questo governo duri fino al 2013, Casini e D'Alema avrebbero già pronti i piani di successione. Il primo farebbe il candidato premier, supportato da un partito centrista e moderato forte, mentre il secondo coronerebbe il sogno di una vita: quello di salire le scale del Quirinale da Presidente. Naturalmente ciò allarma notevolmente il Pdl, anchè perchè pare che gli ex-dc siano pronti a usare l'Udc come scialuppa di salvataggio: i contatti tra Pisanu e Casini si intensificano sempre più, mentre il ministro Gianfranco Rotondi si rivolge addirittura a Ciriaco De Mita, suo antico maestro, eloggiando la Costituente di Centro. Sembra che un partito di cattolici, moderato e riformista, non più ghettizzato e capace di esprimere il Premier non sia più solo un'utopia. In Puglia è gia realtà.

sabato 20 giugno 2009

lunedì 8 giugno 2009

The day after

Dopo una notta di batticuore divisa tra seggi e televisione, i dati del Ministero sono ormai definitivi. E quindi possiamo lanciarci in alcune considerazioni. La prima: all'Udc è andata bene. Abbiamo aumentato di 1 punto e il progetto di un grande contenitore di centro, il Partito della Nazione, ha preso sempre più corpo. Adesso dovremo vedere cosa succederà all'interno del Pd, con la possibilità di una transumanza centrista verso i nostri lidi di personaggi come Rutelli, Letta o Bianco. Sarebbe meraviglioso e potrebbe rappresentare veramente il primo passo verso un grande partito di moderati e liberali. Abbiamo superato agevolmente la soglia psicologica del 5,6 delle politiche e probabilmente conquisteremo un europarlamentare in più. Al Pdl, invece, non è andata bene. Berlusconi aveva fissato l'asticella al di sopra del 40 (il 4 giugno diceva: "siamo al 45") e invece perde 2 punti rispetto alle politiche. Poca cosa si direbbe, e invece no. Perchè dal 2008 non era mai successo che il Pdl scendesse e i sondagggi davano per scontato un aumento. E allora? Cos'è successo? Sul risultato hanno pesato notevolmente gli avvenimenti delle ultime settimane: Noemigate, caso Mills, divorzio dalla signora Lario, che hanno spostato i voti di alcuni cattolici, che hanno preferito votare o per l'Udc o per la Lega. Proprio la Lega, insieme a Di Pietro, è la grande vincitrice di queste elezioni, con il muro del 10 superato (almeno i sondaggi in questo avevano ragione). Discorso a parte per il Pd: paga la strategia cauta di Franceschini, che avendo fissato un'asticella molto molto bassa (23-25 per cento), può festeggiare il 26 per cento guadagnato. Ma sui Democrat pesa adesso la collocazione europea. Dove si iscriveranno gli europarlamentari eletti? Tramontata l'idea del "nuovo" contenitore, andranno soli o con il PSE? Malissimo poi l'ibrida Autonomia, con la Destra e l'Mpa che prendono meno voti insieme che divisi. Mi sta bene per Lombardo, così capisce chi comanda. Malissimissimo poi le Sinistre, sotto entrambe, ma che insieme forse ce l'avrebbero fatta. Gli eterni Radicali poi prendono il 2 e puntualmente immaginano nuove case, addirittura la resurrezione della Rosa del Pugno insieme a socialisti, verdi e destra liberale. Mah... Per quanto riguarda, invece, considerazioni sul voto locale preferisco aspettare domani.

venerdì 5 giugno 2009

Lo Statista e il Clown

Barack Obama ha tenuto a Il Cairo un discorso storico, con cui ha definitivamente archiviato l'era Bush e ne ha aperto una nuova, piena di speranza. Ha auspicato "un inizio basato sull'interesse e il rispetto reciproco, basato sulla verità che l'America e l'Islam non si escludono a vicenda e non devono stare in competizione. Al contrario si sovrappongono e condividono dei principi comuni, principi di giustizia e progresso, tollenza e la dignità di tutti gli esseri umani". Un' alleanza tra USA e mondo islamico che sia prima di tutto un'alleanza di civiltà per far fronte alle emergenze mondiali comuni: è inutile sovrapporre guerre a guerre, usare le armi per rispondere alle armi, versare sangue con altro sangue; meglio invece individuare strategie comuni nel rispetto di entrambe le parti. Obama, con queste parole, consegna alla Storia un'immagine diversa dell'America e una da statista per sè. Un uomo che per me è sempre più un modello e causa di invidia per il popolo americano. Certo, mi viene da pensare che Obama è riuscito ad emergere anche grazie alla crisi che gli Stati Uniti stanno attraversando. In un periodo felice, forse, gli americani per quieto vivere o per pigrizia avrebbero forse scelto un candidato diverso. Sicuramente peggiore. E allora mi chiedo: cosa dovremo aspettare per liberarci di Berlusconi? El Pais, autorevole quotidiano spagnolo, ha pubblicato online le "innocenti" foto di un festino tenutosi a Villa Certosa (http://www.elpais.com/fotogaleria/imagenes/censuradas/Berlusconi/6527-2/elpgal/). Berlusconi ha minacciato querele, denuncie e ha detto: "Sono foto innocenti". Impressionante: ma il Potere gli ha dato alla testa?! E' convinto di poter imbrogliare il popolo? Negli scatti si nota chiaramente il Premier muoversi attorniato da belle ragazze e uomini mezzi nudi e lui che dice? "Sono innocenti..." Poi continua dicendo." Non credo che la mia carica istituzionale imponga limiti alla mia vita privata". Caro Presidente, si sbaglia. E pure di grosso. Nel momento in cui si è candidato alla presidenza del Consiglio, lei ha accettato (in teoria) di rivestirsi dell'onere di rappresentare tutto l'Italia. E Le assicuro che lo sta facendo nel modo peggiore. La nostra credibilità internazionale è al minimo e tutta la garnde stampa internazionale ci attacca tutti i giorni. Signor Presidente, abbia un sussulto di dignità. Alle europee il suo partito prenderà il 40 per cento. Forse anche più. Ma voglio ricordarle, come diceva Quelo, che da 40 a 100 per cento manca (ancora) il 60 per cento. E Le assicuro che in questo 60 per cento non ci sono solo comunisti eversivi e nostalgici. Ci sono anche moderati e cattolici come me che non ce la fanno proprio a riconoscersi in Lei. Mi perdonerà se da suddito impenitente le pongo una domanda: ma sa cos'è la dignità? Probabilemente no. Probabilmente preferisce cullarsi sui suoi sondaggi che le assegnano una popolarità da regime. Ma come si diceva nell'antica Roma: "Memento Mori". Grazie Sig. Presidente.

mercoledì 3 giugno 2009

I moderati non siano più conservatori ma riformisti


In un bellissimo articolo uscito oggi su Liberal, Savino Pezzotta, uno dei politici centristi che stimo di più, si è domandato con pragmatismo e semplicità: "Ma Udc e Pd vogliono costruire un'alternativa a Berlusconi?". Già: vogliono costruirla o vogliono condannarci a restare eternamente vittime di un governo sempre più autoritario e dai rapporti logori con il resto d'Europa? Il Paese sente che non esiste una credibile alternativa di governo. Le opposizioni sono molto composite e divise non perché composte da partiti diversi ma perché composte da partiti alternativi. Il problema sta invece in capo all'Unione di Centro per dare risposta e rappresentanza ai ceti moderati. I moderati sono considerati come degli opportunisti e “due fornisti”, incapaci di fare una concreta scelta di campo. Siamo ancora convinti che sia così? Oggi il moderato è figura complessa e molto lontana dalla conservazione e dall'acquiescenza; svolge ruoli e funzioni importanti nell'economia, nel commercio, nelle professioni; si distingue dalla destra e dalla sinistra e dubita delle posizioni centriste che si fondano sulla nostalgia; è alla ricerca di una rappresentanza realmente riformatrice in grado di assicuragli le condizioni di vita, di lavoro e di proprietà che con fatica ha conquistato; non è alieno alle problematiche sociali che vorrebbe inquadrate in un percorso di soluzione e non di assistenza; spesso è cattolico e vede la religione come elemento essenziale di coesione sociale. Quest'area è in cerca di una rappresentanza ma poiché diffida della sinistra si rifugia, come ripeteva Indro Montanelli, nel centro destra, che tende a scivolare sempre più nell’autoritarismo e  nel leghismo. Qui sta la responsabilità maggiore dell'Unione di Centro, che però fatica ancora a darsi un volto nuovo. Per l'area dei nuovi moderati molto si giocherà sul terreno dell'economia e sulle proposte per uscire dalla crisi senza fratture sociali irreversibili. Bisogna tenere conto che il malessere sociale è in crescita e non è detto che esso si rovesci contro il centro destra. Resto convinto che l'alternanza diventerà realtà concreta se dalle prossime elezioni uscirà in modo visibile una rappresentanza autonoma dei nuovi moderati e una vera e nuova idea di sinistra di cui nessuno possa rimproverare i detriti del comunismo. In caso contrario il centro destra continuerà a mantenere - magari forzosamente - il consenso. Pensare di sconfiggerlo attendendo, sperando e spingendo perché Berlusconi frani da sé o con l'accentuazione bipartitica del modello bipolare, è una illusione da cui la politica italiana deve liberarsi in fretta per tornare alla democrazia dell'alternanza.

lunedì 1 giugno 2009

Discorso 31 maggio Asi Portonera

Care amiche e cari amici,

grazie per essere intervenuti questa mattina così numerosi per esprimere tutto il nostro sostegno alla candidatura dell’On Gianni. Manca ormai una settimana alle prossime elezioni europee, che vedranno l’Unione di Centro schierata in prima fila per la difesa delle radici cristiane dell’Europa, delle autonomie locali e dei valori popolari e centristi. Tutti sappiamo che il nostro partito ha sempre aderito con convinzione al Partito Popolare Europeo, e ora che all’orizzonte si intravede un possibile inquinamento delle Destre della grande casa europea dei moderati, è compito dell’Udc impegnarsi per impedirlo. E quale modo migliore di farlo se non schierando i nostri politici e amministratori di punta? Basta scorrere le nostre liste per accorgersi che i nostri candidati sono uomini forti, impegni nel sociale e che da anni si battono per le proprie comunità. Proprio come l’On Gianni, che nella sua lunga carriera di sindaco, deputato nazionale e regionale e di assessore, ha sempre messo al primo posto la tutela dei propri concittadini e di tutti noi. Un uomo che si presenta non con vecchi, vani e superati slogan elettorali ma con la concretezza dei successi che ha raggiunto nella sua lunga carriera. Qualche mese fa, quando conobbi di persona per la prima volta il nostro Onorevole a una conferenza sulla legge regionale n. 23, rimasi molto colpito da una sua frase: “il politico è l’uomo delle parole, l’amministratore quello dei fatti”. È proprio vero. Purtroppo troppo spesso un buon politico non si rivela un buon amministratore, fallendo alla prova dei fatti. Ne abbiamo avuti tanti di casi simili, di grandi oratori capaci di infervorare la platea ma che poi, arrivati al governo, sono stati capaci di varare solo altri provvedimenti spot, dietro cui non si cela nulla di concreto. Non si può dire lo stesso dell’On. Gianni. In un anno di lavoro come assessore è stato in grado di varare una legge regionale, la n. 23 per l’appunto, capace di “rivoluzionare” il mondo del lavoro, offrendo alle imprese giovanili un’opportunità concreta di inserirsi nel mondo del lavoro, sbloccando così una delle materie in cui la Sicilia era più indietro. In modo così eccellente che il progetto di legge è stato copiato addirittura dalla Lombardia. La campagna elettorale è ormai quasi conclusa, ma non per questo dobbiamo fermarci: è adesso che comincia il bello. Qualche giorno fa, per caso, ho assistito a un comizio di una candidata comunista alle europee in piazza, che si scagliava con veemenza contro l’Udc, affermando che ci serviamo di un “sistema clientelare e mafioso” per trovare voti, e che il voto dato a noi non è un voto libero. Questa mattina è la dimostrazione che il nostro voto non è solo libero, ma è “libero e forte”: libero da ogni conformismo e condizionamento e forte della nostra identità cristiana, della nostra coerenza e delle nostre idee. Ne abbiamo dato una dimostrazione recentemente, durante la crisi del governo Lombardo. Siamo stati pronti a dichiarare quello che pensiamo, senza avere paura delle possibili conseguenze. Adesso dovremo vedere come si risolverà la crisi, ma in ogni caso sono convinto che l’Udc parteciperà solo se questo non significherà abdicare al nostro programma e alle nostre idee, preferendo un’opposizione coerente e costruttiva alla partecipazione a un “non-governo”. Proprio Lombardo, in questi giorni, sta tentando una nuova via per consolidare la medioevale rete di potere che è riuscito a innestare nell’amministrazione siciliana. Alcuni storici la identificano come un nuovo Milazzismo. Voglio essere diretto: secondo me, non lo è per nulla. Silvio Milazzo, sia pure con gli errori tattici e strategici commessi, con il suo governo e la sua Unione Siciliana Cristiano Sociale rappresentò il primo prodromo di quello che sarà stato poi il centrosinistra nazionale con Nenni e il PSI. Ma ora cos’ha di innovativo l’opera di Lombardo, disposto a chiamare in giunta Ludovico Corrao, 72 anni, e ad allearsi con la Borsellino, Crocetta o Miccichè per fondare un utopico Partito del Sud? Alle europee ha stretto un patto con i nostalgici camerati di Storace e i plurivoltaggabana di Pionati e Fattuzzo per tentare di superare la soglia del 4 per cento, in nome di una fantomatica Autonomia. Lui non sa nemmeno cosa sia l’autonomia: sa solo cosa significhi tutelare i propri interessi. Non so se lo abbiate visto, ma a Ballarò martedì scorso, ha fatto una subdola sviolinata a Berlusconi, esaltandone le qualità e reputando “menzognere le falsità dette sul conto del Cavaliere”, sono parole sue. Probabilmente lo ha fatto nella speranza che il Papi gli accordi la sua benedizione per il nuovo esperimento regionale. Amici! Rompiamo le uova nel paniere di Lombardo: ha voluto togliersi di mezzo un uomo come Gianni, che non si è fatto alcun problema quando era necessario contraddirlo, e noi glielo manderemo addirittura in Europa con il nostro voto e il nostro impegno. Dall’esito del voto del 6-7 giugno dipenderanno anche molti degli assetti politici. Ci dovremo sedere intorno a un tavolo per fare un nuovo partito, che nascerà dalla Costituente di Centro, una nuova giunta regionale e spero anche una nuova giunta comunale. Ma tutto dipenderà da quanti voti riusciremo a conquistare. Da qui al voto manca solo una settimana. Una settimana di passione e fatica. Attraversiamola con le parole di don Luigi Sturzo nel cuore e nella mente: “un programma politico non si inventa, si vive!”. E allora viviamo questo programma, questa campagna, quest’avventura, affinché l’amico On. Pippo Gianni possa continuare a tutelarci a Bruxelles come ha sempre fatto a Palermo! Grazie!