Portare Internet dentro la Costituzione italiana, sarebbe una vera e propria rivoluzione copernicana. In un momento in cui molti parlano (spesso a proposito) di ammodernare la nostra Carta costituzionale, modificando l’ordinamento della Repubblica o inserendo propositi federalisti, sono convinto che una proposta del genere vada senza dubbio supportata: certo, bisogna valutare con grandissima attenzione come ammodernare i vecchi principi (specialmente in materia di manifestazione del pensiero e fruizione del patrimonio informativo e culturale), evitando di inserire norme destinate ad essere superate rapidamente. Una Costituzione è lo specchio di una società: lo era sessanta anni fa e lo è anche oggi. È innegabile però che l’Italia del 2010, globalizzata e moderna, sia assai diversa da quella del 1948, ancora contadina e appena uscita dalla guerra: siamo cambiati notevolmente e non si può negare che l’avvento delle nuove tecnologie abbia determinato trasformazioni che non hanno eguali nella storia recente. Scopo di questa proposta, è quello di favorire un accrescimento e un conseguente miglioramento del numero di libertà fondamentali garantite dallo Stato italiano.
giovedì 1 luglio 2010
E se si “costituzionalizzasse” il libero accesso a Internet?
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