domenica 10 maggio 2009

Perche' non potremo mai essere altro che Cristiano Democratici!

Spesso ci sentaimo rimproverare la nostra appartenenza politica: "Che ci stai a fare li'?", "Ormai non ha piu' senso!", "Il Centro ormai e' morto", "E' inutile, abbiamo raggiunto il bipolarismo". 
La nostra risposta e' sempre la stessa: non potremmo mai essere altro che Cristiano Democratici! Almeno nel senso genuino ed originale del termine, a prescindere dalle situazioni contingenti. Perche'? La risposta e' facile, e la danno Geoffrey K. Roberts e Patricia Hogwood:
"Dal punto di vista ideologico, il cristianesimo democratico ha incorporato molte delle idee sostenute dai liberali, dai conservatori e dai socialisti, all'interno di una più vasta cornice di principi morali e cristiani".
L'ormai irrinunciabile Wikipedia spiega bene cosa compone il cristianesimo democratico:
- Rispetto al
liberalismo, condivide l'enfasi per i diritti umani e l'iniziativa individuale, mentre si differenzia da esso per il rifiuto del laicismo (ma non della laicità) e per l'enfasi data dal fatto che l'individuo è parte di una comunità e ha dei doveri nei suoi confronti. Il cristianesimo democratico è dunque sostenitore di un individualismo moderato, che trova limiti non solo all'incontro con la libertà altrui, ma anche con la stessa società.
- Rispetto al
conservatorismo, ne condivide i valori morali (in temi come la famiglia e il diritto alla vita), l'idea "progressiva" dei cambiamenti sociali (senza cioè strappi rivoluzionari), l'enfasi per l'ordine ed il rispetto della legge, il rifiuto del comunismo. Dall'altro lato esso è più aperto al cambiamento che alla difesa dello status quo sociale. Non manca poi nel cristianesimo democratico una maggiore caratterizzazione in senso religioso (anche se non necessariamente confessionale).
- Rispetto al
socialismo, condivide una forte enfasi sulla solidarietà sociale, la volontà di limitare l'"egoismo liberista", il rifiuto del fascismo. A differenza del socialismo, sostiene l'economia di mercato e, rispetto al socialismo rivoluzionario, rifiuta la violenza come mezzo per raggiungere il cambiamento.
Speriamo di aver risposto a tutti quelli che ancora non riescono a capacitarsi della nostra scelta politica.

P.S.: Grazie a Emanuele Cardinali per le bellissime riflessioni.

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