sabato 27 giugno 2009
Il Milazzo del 2000? No, l'Armata Brancaleone
mercoledì 24 giugno 2009
Chi ha paura del laboratorio Puglia?
sabato 20 giugno 2009
AMO L'ITALIA E LA DEMOCRAZIA, IO NON VOTO!
lunedì 8 giugno 2009
The day after
venerdì 5 giugno 2009
Lo Statista e il Clown
mercoledì 3 giugno 2009
I moderati non siano più conservatori ma riformisti
In un bellissimo articolo uscito oggi su Liberal, Savino Pezzotta, uno dei politici centristi che stimo di più, si è domandato con pragmatismo e semplicità: "Ma Udc e Pd vogliono costruire un'alternativa a Berlusconi?". Già: vogliono costruirla o vogliono condannarci a restare eternamente vittime di un governo sempre più autoritario e dai rapporti logori con il resto d'Europa? Il Paese sente che non esiste una credibile alternativa di governo. Le opposizioni sono molto composite e divise non perché composte da partiti diversi ma perché composte da partiti alternativi. Il problema sta invece in capo all'Unione di Centro per dare risposta e rappresentanza ai ceti moderati. I moderati sono considerati come degli opportunisti e “due fornisti”, incapaci di fare una concreta scelta di campo. Siamo ancora convinti che sia così? Oggi il moderato è figura complessa e molto lontana dalla conservazione e dall'acquiescenza; svolge ruoli e funzioni importanti nell'economia, nel commercio, nelle professioni; si distingue dalla destra e dalla sinistra e dubita delle posizioni centriste che si fondano sulla nostalgia; è alla ricerca di una rappresentanza realmente riformatrice in grado di assicuragli le condizioni di vita, di lavoro e di proprietà che con fatica ha conquistato; non è alieno alle problematiche sociali che vorrebbe inquadrate in un percorso di soluzione e non di assistenza; spesso è cattolico e vede la religione come elemento essenziale di coesione sociale. Quest'area è in cerca di una rappresentanza ma poiché diffida della sinistra si rifugia, come ripeteva Indro Montanelli, nel centro destra, che tende a scivolare sempre più nell’autoritarismo e nel leghismo. Qui sta la responsabilità maggiore dell'Unione di Centro, che però fatica ancora a darsi un volto nuovo. Per l'area dei nuovi moderati molto si giocherà sul terreno dell'economia e sulle proposte per uscire dalla crisi senza fratture sociali irreversibili. Bisogna tenere conto che il malessere sociale è in crescita e non è detto che esso si rovesci contro il centro destra. Resto convinto che l'alternanza diventerà realtà concreta se dalle prossime elezioni uscirà in modo visibile una rappresentanza autonoma dei nuovi moderati e una vera e nuova idea di sinistra di cui nessuno possa rimproverare i detriti del comunismo. In caso contrario il centro destra continuerà a mantenere - magari forzosamente - il consenso. Pensare di sconfiggerlo attendendo, sperando e spingendo perché Berlusconi frani da sé o con l'accentuazione bipartitica del modello bipolare, è una illusione da cui la politica italiana deve liberarsi in fretta per tornare alla democrazia dell'alternanza.
lunedì 1 giugno 2009
Discorso 31 maggio Asi Portonera
Care amiche e cari amici,
grazie per essere intervenuti questa mattina così numerosi per esprimere tutto il nostro sostegno alla candidatura dell’On Gianni. Manca ormai una settimana alle prossime elezioni europee, che vedranno l’Unione di Centro schierata in prima fila per la difesa delle radici cristiane dell’Europa, delle autonomie locali e dei valori popolari e centristi. Tutti sappiamo che il nostro partito ha sempre aderito con convinzione al Partito Popolare Europeo, e ora che all’orizzonte si intravede un possibile inquinamento delle Destre della grande casa europea dei moderati, è compito dell’Udc impegnarsi per impedirlo. E quale modo migliore di farlo se non schierando i nostri politici e amministratori di punta? Basta scorrere le nostre liste per accorgersi che i nostri candidati sono uomini forti, impegni nel sociale e che da anni si battono per le proprie comunità. Proprio come l’On Gianni, che nella sua lunga carriera di sindaco, deputato nazionale e regionale e di assessore, ha sempre messo al primo posto la tutela dei propri concittadini e di tutti noi. Un uomo che si presenta non con vecchi, vani e superati slogan elettorali ma con la concretezza dei successi che ha raggiunto nella sua lunga carriera. Qualche mese fa, quando conobbi di persona per la prima volta il nostro Onorevole a una conferenza sulla legge regionale n. 23, rimasi molto colpito da una sua frase: “il politico è l’uomo delle parole, l’amministratore quello dei fatti”. È proprio vero. Purtroppo troppo spesso un buon politico non si rivela un buon amministratore, fallendo alla prova dei fatti. Ne abbiamo avuti tanti di casi simili, di grandi oratori capaci di infervorare la platea ma che poi, arrivati al governo, sono stati capaci di varare solo altri provvedimenti spot, dietro cui non si cela nulla di concreto. Non si può dire lo stesso dell’On. Gianni. In un anno di lavoro come assessore è stato in grado di varare una legge regionale, la n. 23 per l’appunto, capace di “rivoluzionare” il mondo del lavoro, offrendo alle imprese giovanili un’opportunità concreta di inserirsi nel mondo del lavoro, sbloccando così una delle materie in cui la Sicilia era più indietro. In modo così eccellente che il progetto di legge è stato copiato addirittura dalla Lombardia. La campagna elettorale è ormai quasi conclusa, ma non per questo dobbiamo fermarci: è adesso che comincia il bello. Qualche giorno fa, per caso, ho assistito a un comizio di una candidata comunista alle europee in piazza, che si scagliava con veemenza contro l’Udc, affermando che ci serviamo di un “sistema clientelare e mafioso” per trovare voti, e che il voto dato a noi non è un voto libero. Questa mattina è la dimostrazione che il nostro voto non è solo libero, ma è “libero e forte”: libero da ogni conformismo e condizionamento e forte della nostra identità cristiana, della nostra coerenza e delle nostre idee. Ne abbiamo dato una dimostrazione recentemente, durante la crisi del governo Lombardo. Siamo stati pronti a dichiarare quello che pensiamo, senza avere paura delle possibili conseguenze. Adesso dovremo vedere come si risolverà la crisi, ma in ogni caso sono convinto che l’Udc parteciperà solo se questo non significherà abdicare al nostro programma e alle nostre idee, preferendo un’opposizione coerente e costruttiva alla partecipazione a un “non-governo”. Proprio Lombardo, in questi giorni, sta tentando una nuova via per consolidare la medioevale rete di potere che è riuscito a innestare nell’amministrazione siciliana. Alcuni storici la identificano come un nuovo Milazzismo. Voglio essere diretto: secondo me, non lo è per nulla. Silvio Milazzo, sia pure con gli errori tattici e strategici commessi, con il suo governo e la sua Unione Siciliana Cristiano Sociale rappresentò il primo prodromo di quello che sarà stato poi il centrosinistra nazionale con Nenni e il PSI. Ma ora cos’ha di innovativo l’opera di Lombardo, disposto a chiamare in giunta Ludovico Corrao, 72 anni, e ad allearsi con la Borsellino, Crocetta o Miccichè per fondare un utopico Partito del Sud? Alle europee ha stretto un patto con i nostalgici camerati di Storace e i plurivoltaggabana di Pionati e Fattuzzo per tentare di superare la soglia del 4 per cento, in nome di una fantomatica Autonomia. Lui non sa nemmeno cosa sia l’autonomia: sa solo cosa significhi tutelare i propri interessi. Non so se lo abbiate visto, ma a Ballarò martedì scorso, ha fatto una subdola sviolinata a Berlusconi, esaltandone le qualità e reputando “menzognere le falsità dette sul conto del Cavaliere”, sono parole sue. Probabilmente lo ha fatto nella speranza che il Papi gli accordi la sua benedizione per il nuovo esperimento regionale. Amici! Rompiamo le uova nel paniere di Lombardo: ha voluto togliersi di mezzo un uomo come Gianni, che non si è fatto alcun problema quando era necessario contraddirlo, e noi glielo manderemo addirittura in Europa con il nostro voto e il nostro impegno. Dall’esito del voto del 6-7 giugno dipenderanno anche molti degli assetti politici. Ci dovremo sedere intorno a un tavolo per fare un nuovo partito, che nascerà dalla Costituente di Centro, una nuova giunta regionale e spero anche una nuova giunta comunale. Ma tutto dipenderà da quanti voti riusciremo a conquistare. Da qui al voto manca solo una settimana. Una settimana di passione e fatica. Attraversiamola con le parole di don Luigi Sturzo nel cuore e nella mente: “un programma politico non si inventa, si vive!”. E allora viviamo questo programma, questa campagna, quest’avventura, affinché l’amico On. Pippo Gianni possa continuare a tutelarci a Bruxelles come ha sempre fatto a Palermo! Grazie!