mercoledì 3 giugno 2009

I moderati non siano più conservatori ma riformisti


In un bellissimo articolo uscito oggi su Liberal, Savino Pezzotta, uno dei politici centristi che stimo di più, si è domandato con pragmatismo e semplicità: "Ma Udc e Pd vogliono costruire un'alternativa a Berlusconi?". Già: vogliono costruirla o vogliono condannarci a restare eternamente vittime di un governo sempre più autoritario e dai rapporti logori con il resto d'Europa? Il Paese sente che non esiste una credibile alternativa di governo. Le opposizioni sono molto composite e divise non perché composte da partiti diversi ma perché composte da partiti alternativi. Il problema sta invece in capo all'Unione di Centro per dare risposta e rappresentanza ai ceti moderati. I moderati sono considerati come degli opportunisti e “due fornisti”, incapaci di fare una concreta scelta di campo. Siamo ancora convinti che sia così? Oggi il moderato è figura complessa e molto lontana dalla conservazione e dall'acquiescenza; svolge ruoli e funzioni importanti nell'economia, nel commercio, nelle professioni; si distingue dalla destra e dalla sinistra e dubita delle posizioni centriste che si fondano sulla nostalgia; è alla ricerca di una rappresentanza realmente riformatrice in grado di assicuragli le condizioni di vita, di lavoro e di proprietà che con fatica ha conquistato; non è alieno alle problematiche sociali che vorrebbe inquadrate in un percorso di soluzione e non di assistenza; spesso è cattolico e vede la religione come elemento essenziale di coesione sociale. Quest'area è in cerca di una rappresentanza ma poiché diffida della sinistra si rifugia, come ripeteva Indro Montanelli, nel centro destra, che tende a scivolare sempre più nell’autoritarismo e  nel leghismo. Qui sta la responsabilità maggiore dell'Unione di Centro, che però fatica ancora a darsi un volto nuovo. Per l'area dei nuovi moderati molto si giocherà sul terreno dell'economia e sulle proposte per uscire dalla crisi senza fratture sociali irreversibili. Bisogna tenere conto che il malessere sociale è in crescita e non è detto che esso si rovesci contro il centro destra. Resto convinto che l'alternanza diventerà realtà concreta se dalle prossime elezioni uscirà in modo visibile una rappresentanza autonoma dei nuovi moderati e una vera e nuova idea di sinistra di cui nessuno possa rimproverare i detriti del comunismo. In caso contrario il centro destra continuerà a mantenere - magari forzosamente - il consenso. Pensare di sconfiggerlo attendendo, sperando e spingendo perché Berlusconi frani da sé o con l'accentuazione bipartitica del modello bipolare, è una illusione da cui la politica italiana deve liberarsi in fretta per tornare alla democrazia dell'alternanza.

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