Le elezioni regionali sono ormai alle porte. E con esse si avvicina il momento della prova per la politica messa in atto dall'Udc. Giornali e tv non fanno altro che parlare della cosiddetta "strategia dei due forni", trascurando il fatto che Casini abbia scelto modalità di alleanze innovative, rifiutando di essere ingabbiato in una delle due coalizioni e stringendo accordi direttamente con i candidati presidenti. Ma, cosa da non sottovalutare, queste elezioni possono essere il banco di prova per la resistenza del rapporto tra Udc e Alleanza per l'Italia. Purtroppo, come personalmente speravo, i due partiti non si presenteranno uniti ovunque (visto che Api e Rutelli hanno rifiutato le avances del Centro destra) e ciò è già un grave impedimento. Ciononostante avremo una lista unica di Centro in Piemonte, a sostegno della Bresso, e in Veneto, a favore di De Poli: i due esempi serviranno rispettivamente a testare quanto il nuovo Centro possa contare in un'alleanza organica di Centro Sinistra e quanto, invece, sapranno valere da soli. In Piemonte l'esperimento è molto, molto interessante, visto che si tratterà di sintetizzare la cultura di provenienza Udc e quella ex Margheritina, rappresentata sia dal cattolico Marco Calgaro che dal laico Gianni Vernetti, e di costruire un CENTRO-Sinistra nuovo e innovativo. In Veneto, invece, vedremo se De Poli riuscirà a unire tutti i moderati e riformisti che si rifiutano di piegare il capo alla logica spartitoria tra Lega e Pdl. Probabilmente avremo liste comuni anche in Liguria, con Burlando, nelle Marche, con Spacca e ovunque i centristi sceglieranno di andare da soli (Emilia, Umbria, Toscana e Lombardia). Sfumata, invece, la possibilità di un'alleanza in Lazio: qui la situazione è fortemente complessa. L'Udc, infatti, ha scelto di sostenere Renata Polverini, sindacalista "socialista" del Pdl, in opposizione alla radicale Emma Bonino. Se personalmente stimo molto la Polverini, la scelta di questa alleanza mi lascia perplesso: i saluti romani di Storace e Thilgher sono tanto incompatibili con noi quanto lo sono i sinistrorsi estremi o no? In campo c'era una validissima alternativa sia all'una che all'altra: Linda Lanzilotta, una laica ragionevole e moderata, con cui presto dovremo incontrarci, che rappresenta il tipo di laicità positiva che dobbiamo necessariamente innestare nel DNA del nuovo partito e che, ad oggi, è rappresentata da una consistente parte degli aderenti ad Alleanza per l'Italia. La fusione tra i due partiti, infatti, non può più assolutamente attendere. Abbiamo già perso troppo tempo: Rutelli ha fatto bene a non entrare direttamente nell'Udc, ma ora cosa aspetta a legare Api alla Costituente di Centro? Perché in Parlamento non si costituiscono gruppi unici, come DS e DL fecero in prospettiva della fusione nel PD? In questo modo si stabilirebbe una tabella di marcia con tempi ben definiti e non saremmo costretti a vedere ogni volta posticipata la nascita del nuovo partito. Attraendo anche tutte quelle forze libere nel parlamento che non si riconoscono né nel Centro Destra né nel Centro Sinistra: come i Liberal Democratici, i Repubblicani e i deputati non iscritti a nessuna componente. Solo così potremo costruire la casa comune di tutti i moderati, laici e cattolici, dei liberali e dei riformatori. Ecco perché non possiamo più attendere.
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