venerdì 8 gennaio 2010

Il Pd. Ovvero lo Psico Dramma collettivo

Pd non sta per Partito Democratico. Sta per Psico Dramma. E' un partito nel caos più totale, in cui regnano soltanto interessi politici e di potere incrociati. Finito risucchiato nel vortice delle primarie, la creazione prodiana di andava tanto fiero. Costretto a inseguire l'Udc, l'ultra sinistra e, cosa incredibile, i Radicali. In cui il Segretario Bersani, legittimato dal voto solo qualche mese fa, rischia di perdere la "cadrega", senza nemmeno rendersene conto. Se non fosse un partito, lo si potrebbe scegliere come soggetto per una commedia di Totò. O una tragedia? Arturo Parisi non ha dubbi: il progetto con cui il Pd era nato è stato tradito in modo palese. Tutta colpa del solito D'Alema, che il prof prodiano definisce "professionista del se po fa che ricalca Andreotti"? Di sicuro l'indecisione di Bersani (e di chi c'è dietro di lui) sta rischiando seriamente di trasformare le prossime elezioni regionali in un plebiscito per il Centro Destra. La Puglia, che dopo le elezioni amministrative dello scorso anno sembrava il laboratorio di un nuovo Centro Sinistra, si è ridotta a una terra insanguinata dalla faida tra il vanesio Vendola e il Pd, che pur di recuperare l'Udc, ha schierato prima Emiliano e ora Boccia. Sempre in nome dell'unità. E che invece non fa che accentuare le divisioni e le incomprensioni. Ci mancava solo il Lazio, dove la candidatura della Bonino, lanciata come l'ennesima provocazione radicale, è diventata una cosa seria. E Nicola Zingaretti, che proprio di scendere in campo non ne voleva sapere, ha colto la palla al balzo: "Emma è quella giusta". Ma per chi, vorrei dire io? Per i gruppuscoli di sinistra, senza dubbio. Basta leggere l'incipit dell'editoriale di Sandro Medici sul Manifesto di oggi:
Per la prima volta nei territori dell'ex stato pontificio si tratterebbe di ingoiare un rospo non centrista.
Più chiaro di così? Ma ai cattolici (quelli veri intendo, non le vecchie volpi) va davvero bene così? Direi proprio di no. Se un ultra moderato come Pierluigi Castegnetti, che si è sempre tenuto ai margini della questione, ha pronunciato chiaro il suo no a una candidatura radicale, allora il problema non è più solo dei Teodem. C'è qualcosa di più grande e di più serio. Qualcosa che i dirigenti, evidentemente distolti da altro, non riescono a percepire. Si parla tanto di scissione dei cattolici, ma non ci si è ancora resi conto che è già iniziato un lento ma inesorabile esodo silenzioso? Non passa giorno che un consigliere comunale o provinciale o regionale non abbandoni la nave democratica, per raggiungere i lidi moderati dell'Udc (o di Api). Ultimo, in ordine di tempo, il passaggio di Pasquale Sommese, consigliere regionale campano già Rinnovamento Italiano e poi Margherita (soltanto lui ha preso 96 mila voti alle Europee), che ha scelto l'Udc. E come lui tanti altri. Mi sa che al Pd piace perdere. Gli piace proprio tanto.

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