Ma cos'è veramente il Pdl? Se a molti potrà sembrare una domanda retorica, per me non lo è assolutamente. Perché è in questi ultimi giorni la situazione sta evolvendo in modo così radicale e drastico da costringere a porci domande più profonde di quelle solitamente elusive che ci siamo posti fin ora. Parto da una considerazione di merito ovvia e scontata: il Popolo delle libertà e il governo Berlusconi sono caratterizzati da un immobilismo evidente. Anche il dibattito e la vita interna al partito è tutta vissuta come uno scambio di accuse e di minacce reciproche. Quello che solo otto mesi fa sembrava destinato a diventare una delle pietre miliari della storia politica italiana ha finalmente mostrato la sua vera faccia: un mero e semplicistico allargamento di Forza Italia ai danni di Alleanza Nazionale e di tutto il Centrodestra. Ma non si dia dello stupido a Gianfranco Fini, attenzione. A mio avviso, infatti, sarà l'unico a trarre dei vantaggi concreti e spendibili da questo conglomerato di contraddizioni chiamato Pdl. Grazie al lavoro della fondazione FareFuturo e ai suoi personali strappi e fughe in avanti, adesso chi si ricorda più del Fini fascista e nostalgico, leader di un partito che nonostante tutto veniva pur sempre dall'alveolo culturale di Giorgio Almirante? Ormai Fini è il conservatore liberale, emblema di una destra moderna, difensore dei diritti civili e alfiere delle proposte di intengrazione degli immigrati, ultimo baluardo contro l'inarrestabile avanzata del leghismo xenofobo e intransigente. Berlusconi, invece, ha assunto i contorni del populista mediatico, dell'amico dei dittatori sanguinari e antidemocratici, del nemico della democrazia e della libertà di parola. Va senza dubbio riconosciuto che le uniche proposte capaci di ravvivare la vita interna del Pdl vengono proprio da Fini e dalla sua ala politica: è innegabile che il lavoro accademico di FareFuturo sia un beneficio anche per tutto il panorama politico italiano. Non nego di essere un estimatore del loro studio, anche se il mio conservatorismo cristiano mi impedisce di condividere alcune tra le loro proposte, specie in materia di diritti civili. In fondo cosa fa il versante berlusconiano? Da quando la fondazione Magna Carta e l'Occidentale hanno indossato l'elmetto, tutti i loro risultati si sono militarizzati, privandoli del loro fascino culturale e intelletuale. Ma ciò che mi amareggia più profondamente è la totale trasparenza e inconsistenza che i cattolici democratici, i popolari ex dc, hanno dentro il Pdl. Dove sono i vari Formigoni, i Pisanu, gli Alfano, i Rotondi, i Baccini o i Pionati? Non sono stati capaci nemmeno di costitursi in una misera fondazione, un semplice network! Sono stati solo arruolati in uno o nell'altro schieramento, perdendo il loro originario valore. Valgono di più e si comportano meglio i ministri di origine socialista (vedi il cattolaico Sacconi)! Ieri ha scritto con profonda lucidità Angelo Panebianco che presto potremmo conoscere in diretta un mega divorzio delle libertà: le due destre stanno per separarsi e per scegliere una nuova strada. Quella berlusconiana tenterà di consolidarsi, rafforzando il proprio rapporto con la Lega, mentre quella più moderata e riflessiva di Fini incrocerà con ogni probabilità il proprio cammino con il progetto neocentrista portato avanti da Casini e Rutelli. Sempre Kadima, eh?
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