Ormai non credo più alla storiella della pace e del rispetto in politica. Ormai non credo più al fatto che in Italia si possa convivere democraticamente anche con idee opposte. Ormai non credo più che tra la classe dirigente al potere, critica politica e rispetto istituzionale possano coesistere e completarsi. Perché ormai sono in pochi, in troppo pochi quelli che si adoperano per difendere i valori basilari di democrazia, di libertà e di vita sociale su cui la nostra Repubblica si fonda. Perché il discorso resta sempre e solo uno: meglio urlare, meglio esasperare, piuttosto che parlare e discutere civilmente. Meglio trincerarsi dietro un triplice "vergogna!" o scambiarsi accuse di ogni genere. Meglio dare del "mafioso" e sentirsi rispondere "istigatore". Meglio alzarsi dai banchi del Parlamento non appena un nostro nemico prende la parola. Meglio nascondersi dietro un nickname e lasciare insulti sui blog o dare un nome fittizio a un gruppo su Facebook per ingannare ignari visitatori. Ma è davvero questo quello che la gente vuole? E' in questo clima teso da guerra civile che gli Italiani vogliono trascorrere i loro prossimi giorni? Di sicuro, la maggior parte dei nostri onorevoli preferisce quotidianamente imbracciare i fucili, indossare gli elmetti e gettarsi all'attacco degli avversari. Chi diavolo se ne importa di chi invece tenta di riportare la calma, la ragionevolezza e la riflessione nell'agone politico! Cosa può mai interessare a una ministra che espone il proprio progetto per soffocare le democratiche espressioni di contestazione dei richiami del Presidente della Repubblica? Ma d'altro canto, credo che non interessi nemmeno al leader di uno dei maggiori partiti di opposizione. E così chi chiede "maggiore serenità" nel valutare gli "avversari politici", finisce soffocato nel tritacarne delle urla e delle grida. O addirittura tacciato di essere uno dei mandanti morali dell'assalto a Berlusconi. Noi ci sforziamo di indicare la luna e tutti al seguito a guardare il dito. Meglio continuare ad abbaiare sempre più forte. Con violenza sempre maggiore. Forse perché è meglio così? No. Solo perché è molto più comodo.
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