Me lo sono chiesto stamattina leggendo l'apertura del Foglio del lunedì, che riporta un'analisi sintetica e comparata della settimana scorsa, nota per la freddezza (quasi scontro) tra Chiesa e Berlusconi. Certo il Cav un po' di paura ce l'ha, come ci racconta il Messagero di oggi: un progetto neocentrista, casa comune di tutti i moderati, sarebbe più di una spina nel fianco per il centrodestra. Berlusca, come al solito, ha assicurato che i rapporti tra Chiesa e Governo sono eccellenti e che "la libertà di stampa in pericolo è solo un'invenzione dei cattocomunisti". Insomma... L'incontro di ieri tra Letta e il Pontefice non è stato eccellente come l'anno scorso, a Cagliari. Benedetto XVI ha auspicato che i "cristiani si impegnino in politica seguendo il Vangelo". Quasi un'investitura del progetto di un nuovo partito di Centro. Il Pd rilancia l'alleanza con l'Udc, come testimoniato da quest'articolo su l'Occidentale. Anche Eugenio Scalfari ne ha parlato, sempre ieri, in un editoriale su Repubblica:
Il progetto ha un nome. Si chiama Grande Centro. Il partito di Casini e Buttiglione più Montezemolo. Oppure di Montezemolo più Casini e Buttiglione. E il Forum delle famiglie, e l'associazione per la vita, e Formigoni sullo sfondo e Vittadini e le Coop bianche, eccetera eccetera. Questo Grande Centro non sarà mai grandissimo e non potrà mai governare da solo, ma può diventare il pesce pilota e l'esecutore testamentario quando Berlusconi deciderà di farsi da parte (con tutti gli onori e senza alcun onere, beninteso). L'assetto finale è il grande partito dei moderati con forti venature cattoliche. A Ruini piace. A Bertone piace. Bagnasco? Piacerà anche a lui e poi Bagnasco semmai è un incidente di percorso. Però la ferita Boffo brucia ancora. Perciò Berlusconi dovrà pagare un prezzo (che a lui non costa nulla): testamento biologico, soldi alle scuole cattoliche, limiti alla pillola-aborto, revisione delle leggi sulla fecondazione assistita, eccetera. Grandi piccoli e piccolissimi giornali sono d'accordo. Finalmente si tornerà a parlare di problemi seri, alla moda di Tremonti. La libertà di stampa e il controllo dei poteri di garanzia sull'operato del governo non sono un problema serio, non sono una questione preliminare, sono bazzecole. Casini è cauto. Su Boffo non ha sparso molte lacrime, però non si fida. Alle regionali marcerà in ordine sparso secondo le convenienze ma alcune scelte saranno comunque decisive, per esempio nel Lazio, in Puglia, in Piemonte. Poi si vedrà.
Interessante, senza dubbio... Ma la domanda torna spontanea: sarà tutto vero?
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