domenica 27 settembre 2009

Ma Rutelli che fa?

Francesco Rutelli, ex radicale, ex ambientalista, convertito e diventato guida dei moderati del centro sinistra, secondo il Foglio è pronto a tornare alle origini. Almeno così scrive in un fondo uscito ieri: l'ex sindaco di Roma sarebbe pronto infatti a lanciare un nuovo soggetto "ambientalista, obamiano, poco clerical e molto chic". E distante soprattutto da Pd e Udc. Il progetto era stato descritto (in parte) già da Europa, il quotidiano degli ex margheritini, con un articolo dal titolo "La tela rutelliana". Secondo l'articolista, Rutelli sta cercando di scrollarsi da dosso l'immagine di leader emarginato dei soli teodem e recuperare quella dimensione politica che lo aveva lanciato come leader di Democrazia e Libertà: l'unico capace, quindi, di sintetizzare culture politiche diverse. Il progetto di Francesco è estremamente semplice e al contempo ambizioso: uscire dal Pd dopo la vittoria di Bersani (e quindi con una motivazione valida) e dare vita a un partito che riunisca i delusi riformisti, puntando fortemente su valori come l'ecologia. In questo modo, sfruttando anche l'uscita di scena dei Verdi, potrebbe creare una forza sul modello di quelle guidate da Daniel Cohn-Bendit in Francia o dei Grunen in Germania. Gli azionisti non mancherebbero e potrebbero arrivare anche dal Popolo delle Libertà (vedi i delusi La Malfa e Pera), e troverebbe alleati, ad esempio, in Angelo Bonelli, negli storici ideologi dell'ecologismo italiano, come Carlo Ripa di Meana, e nelle associazioni madre, Legambiente e Italia Nostra. Il tutto mixato in nuovo contenitore che superi le categorie politiche conosciute e si ponga come punto di riferimento per ogni alleanza che punti a governare. Sognando magari di introdurre in Italia la Jamaica Coalition, fondata su un patto tra lui, Fini e Casini, sul modello di quella che in Germania potrebbe verificarsi tra CDU, FDP e Grunen. Sempre il Foglio spiega di come gli osservatori politici abbiamo pigramente classificato i movimenti agitati di Rutelli come una confluenza nell'Udc, non prendendo in considerazione la possibile rinascita di un partito. E invece, il progetto di Cicciobello sembra essere sempre stato questo. E lo conferma Linda Lanzillotta, ultima a essergli rimasta fedele, che non vede "nessun partito esistente, nemmeno l'Udc, essere in grado di rappresentare quelle culture repubblicane, liberali e moderate che non troverebbero sbocco se il progetto del Pd dovesse fallire". Sarà soltanto fantapolitica? O c'è qualcosa di veramente credibile? Di sicuro l'idea, come recita una pubblicità, è molto "eco-chic"...

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