lunedì 30 novembre 2009

Il triste destino dei giovani italiani

Bella la lettera strappalacrime e amara di Pierluigi Celli su la Repubblica di oggi: bella soprattutto per il triste realismo che la connota. Certo, peccato per l'autore che l'ha ideata, dati i suoi trascorsi non proprio limpidi e meritocratici (chi non li conoscesse legga pure questo articolo di FareFuturo). Ma al di là queste piccole sottigliezze, l'articolo di Celli ha il merito di aver riacceso il dibattito intorno al triste destino, privo di prospettive concrete di lavoro e di successo (se si esclude l'universo sempre più trash e volgare della TV), dei giovani italiani: oggi quale futuro può esserci per un neolaureato o per un ragazzo della mia età che sogna il proprio futuro, magari costellato da qualche piccola soddisfazione personale e dalla sicurezza di potersi fare una famiglia e poterla mantenere? Praticamente nessuna. E la politica e i politici non sembrano nemmeno porsi lontanamente il problema in questione: meglio continuare a parlare di processo breve e scorciatoie varie per far cadere il governo. Certo, meglio questo che dire grandissime stupidaggini come la "calzante e illuminante" definizioni di bamboccioni, gentilmente offertaci dal ministro Padoa Schioppa. E ha voglia Filippo Rossi di scongiurare i giovani a restare in Patria! L'orgoglio di cui il direttore di FareFuturo parla deve essere stuzzicato e supportato da proposte e fatti concreti, non da semplici e vacui slogan. Le stime economiche e sociali lo confermano: un giovane italiano ha molte possibilità in meno rispetto a un coetaneo europeo. E non prendiamo nemmeno in considerazione il rapporto ragazzo del Sud-ragazzo europeo: sarebbe anche troppo indegno e mortificante! Ma allora cosa si può fare concretamente? Credo che nello specifico servano delle proposte per cambiare radicalmente lo stato delle cose, partendo proprio dal basso. Di seguito vi elenco le idee che a mio parere sono indispensabili per garantire (o almeno provare a farlo) un futuro a noi giovani in Patria. Primo fra tutti: garantire il diritto allo studio per tutti con anesso riordino generale delle materie scolastiche insegnate negli istituti superiori e delle facoltà universitarie, con rigore e razionalità. Secondo: offrire un presente più informatico, con l'assicurazione del diritto all'uso della banda larga su tutto il territorio italiano, potenziando i collegamenti wireless e quelli wi-fi. Terzo e più importante: cultura gratis e a volontà per tutti. Smettiamola di istruire attraverso uno schermo catodico capace di trasmettere solo colorite espressioni, risse, storie di trans e reality vari! Riapriamo i teatri, le biblioteche, i centri di conferenze e rendiamoli giovani! Cerchiamo di imitare l'Europa almeno su questo. Ma la timida politica in mano ai poteri forti sarà capace di capirlo?

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