Bruno Tabacci, già leader della Rosa Bianca, ha lasciato l'Unione di Centro per aderire al gruppo misto in vista della concretizzazione del progetto centrista di Francesco Rutelli. Il mio primo giudizio è negativo: Tabacci ha sempre lavorato per potenziare il Centro e il progetto della Costituente. Allora che senso ha abbandonare tutto quello a cui ha lavorato finora e partecipare alla costituzione di un altro partito, per altro ancora in aria come quello di Rutelli? Mi dispiace soprattutto per le parole dure e ingrate che ha usato riferendosi a Casini e all'apparato dirigente e per l'intempestività della sua scelta: ben ha detto Savino Pezzotta che non seguirà Tabacci e resterà nel gruppo Udc. In questo momento di grande concitazione è inutile dividersi! Meglio unirsi e incontrarsi fin da subito. La credibilità del nostro progetto non è in discussione, come testimonia questo articolo sul Foglio: Casini sembrava destinato all'irrilevanza e invece viene corteggiato in questi giorni sia da Berlusconi che da Bersani. E' necessaria allora un'analisi più attenta delle mosse di Tabacci. Il deputato centrista, infatti, è sempre stato uno degli ideologi dell'allargamento dell'area centrista, anche a personaggi con passati diversi e culture un tempo antitetiche. Anche quando aveva dato vita alla Rosa per l'Italia il suo progetto era questo: la contingenza delle elezioni lo aveva costretto a stringere un'alleanza stabile con l'Udc. Adesso ci riprova: nel gruppo misto coagulerà deputati come Giuseppe Giulietti, i liberaldemocratici ex diniani e gli ex dipietristi. Tutti da portare in dote a Rutelli. Questa è la sua strategia. Domandina però: che bisogno c'era di andarsene? L'arrivo deve o non deve essere unico?
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