lunedì 19 ottobre 2009

Aznar o Blair? E' questo il dilemma!

Tony Blair
Con il dell'Irlanda al Trattato di Lisbona si è riaperto il giro di candidati per la poltrona di super premier europeo. Per la carica il favorito è l'inglese Tony Blair, ex premier e inventore della Terza Via del Labour Party, sponsorizzato da molti capi di stato europei, in larga parte conservatori come Sarkozy, Silvio Berlusconi e Angela Merkel. L'idea gode anche del supporto di vari media e giornali, non ultimo, il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha avviato una campagna di sostegno morale (e politico) per Blair. Sul sito si legge:
Blair è il presidente perfetto per l’anemica Unione europea perché è dotato di leadership culturale e di spirito innovativo e di capacità di condurre grandi battaglie ideali, etiche e morali. Blair non ha soltanto svecchiato la sinistra britannica, europea e mondiale, rendendola finalmente moderna, liberale e di nuovo appetibile per la maggioranza degli elettori, ma ha costretto anche la destra, i conservatori, a rinnovarsi, ad aprirsi al mondo della globalizzazione e a modificare l’ortodossia ideologica di un tempo.
Le controreazioni non si sono fatte attendere però. La candidatura di Blair non è l'unica sul piatto: a contendergli il posto di super premier ci sono anche due colossi del calibro di Aznar e Rasmussen. A cui i conservatori puritani guardano come sponda per evitare il ritorno dell'eterno Tony. In prima linea il sito Freedom Land, che ha scritto qualche giorno fa che:

Il centrodestra stradomina l’Europarlamento, il Regno Unito sceglie di chiudere con Blair, Brown e il New Labour e tutto quello che sappiamo fare è candidare il buon Tony a capo del carozzone blu con tante stelline? L’impressione mia personale è che dovremmo avere il coraggio di candidare qualcun’altro, scrollandoci di dosso una volta per tutte questa ridicola soggezione culturale nei confronti della sinistra mondiale.

L'analisi è in realtà condivisibile nel complesso, visto che parte da un dato politico incontrovertibile: perché se il centrodestra domina l'Europa, non deve pretendere il ruolo più alto? JimMomo è però di tutt'altro avviso:
No, perché Blair con la sinistra prevalente in Europa, rimasta incollata a vecchie pastoie ideologiche del secolo scorso, e quindi incapace di governare i processi socio-economici di oggi, non ha nulla a che fare. Ed è questo che le socialdemocrazie europee non gli perdonano. Di aver saputo rinnovare, e di aver avuto successo nel rinnovamento laddove loro hanno fallito, o non hanno neanche provato. Blair è troppo "liberista", troppo "filoamericano", addirittura "guerrafondaio". Insomma, troppo "di destra". E rappresenta un europeismo più fresco e dinamico, distante da quello "politicamente corretto" e burocratico dominante nel Continente.
Anche perché la professione cattolica di Tony (di quanto ne dicano in molti) può rappresentare un punto a suo favore. Il discorso che ha tenuto al Meeting di Comunione e Liberazione ha rappresentato un punto di equilibrio eccezionale sulla laicità e sui rapporti tra Stato e Chiesa:

It is here that Faith enlarges and enriches the idea of community. The recent Papal Encyclical is a remarkable document in many respects. It repays reading and re-reading. But one strand throughout it, is a strong rejoinder to the notion of relativism, to the description of the human condition in society as just some amoral negotiation or set of compromises with modernity; or even just obedience to the majority opinion. Not that it is anti-technology or anti-modern; or indeed anti-democratic.

Una lezione per i laicisti sbracati che ogni giorno si moltiplicano sempre più anche in Italia. Scegliere tra Blair e Aznar, significa scegliere tra due modelli differenti d'Europa, due modelli (per certi versi anche antitetici) di politica economica, sociale e comunitaria. Anche perché, in un momento delicato come questo, conservatore o riformista può voler dire (e quindi fare) tutto. Anche la scelta tra un mediterraneo e un atlantico potrebbe aprire due fronti diversi. Resta solo capire su quale fronte l'Europa tutta si voglia schierare. Tony o José Maria? Questo è il dilemma!

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