martedì 27 ottobre 2009

La palla al Centro

«Dovevamo cambiare terreno di gioco, allenatore, squadra, pallone, modulo tattico, perfino i tifosi. Dopo quindici anni, bisognava cambiare tutto. E invece non abbiamo cambiato niente». Francesco Rutelli
E così fu. Francesco Rutelli dopo mesi e mesi di dichiarazioni di fuga (poi prontamente smentite) ha annunciato il suo addio definitivo al Partito Democratico. Riaprendo così le danze al Centro. Che, a quanto si apprende oggi dai giornali, sarebbe sul punto di assumere una configurazione politica nuova e rivoluzionaria. Non un soggetto unitario unico subito, ma due percorsi paralleli (uno laico e uno cattolico) che però lavorerebbero insieme nella prospettiva del Partito della Nazione. A seguire Rutelli ci sarebbero pronti già 25 parlamentari, tra cui la Binetti e Lusi, e un gruppo di deputati laici e liberali che siedono tra i banchi dell'opposizione in Parlamento. Tra questi ci sarebbero il repubblicano Giorgio la Malfa, i liberal democratici Tanoni, Melchiorre e Merlo e Paolo Guzzanti, che ieri ha confessato : "c'è stato un colloquio tra Rutelli e il segretario del mio partito, De Luca: hanno parlato di formare un gruppo unico. Per poi arrivare all'accordo con l'Udc: noi saremo la gamba laica, loro quella cattolica di una nuova formazione". Questo perché, naturalmente, un partito con radici fortemente democristiane difficilmente potrebbe allargare i propri orizzonti. Uno sconvolgimento simile non lascerebbe immune nemmeno il Pdl. Come ci spiega chiaramente Beppe Pisanu, che in un'intervista all'Unità, ritiene che i tempi siano maturi per una terza forza moderata. L'analisi più lucida della situazione ci viene offerto da Michele Salvati, che oggi sul Corriere della Sera, decreta la fine del bipolarismo e l'arrivo di un nuovo modello. Se infatti dopo le scorse elezioni politiche l'Udc era visto come condannato alla scissione e alla confluenza in uno dei due grandi partiti (Casini e Buttiglione nel Pdl, Tabacci e Pezzotta nel Pd) ora il nostro partito è diventato un punto di aggregazione non solo per gli scontenti e i delusi, ma per tutti coloro che vogliono costruire qualcosa di veramente nuovo. E se al clima emergenziale seguito alla vittoria di Bersani in casa Pd si sommano le tensioni interne al Pdl, non è affatto avventato pensare che la Seconda Repubblica abbia ormai i giorni (forse qualcosina in più) contati. E il nostro nuovo partito, costruito sul modello della Kadima israeliana, avrà un ruolo chiave nello scacchiere politico, che dovrà essere riformato alla tedesca. Sono mesi che aspettavo questo momento. Il momento in cui l'Italia tutta avrebbe visto l'alba di una nuova politica. La politica del coraggio, della libertà e del buonsenso.

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