Se questa domenica dovessi andare a votare alle primarie (Dio me ne scampi e me ne liberi!) per la scelta del segretario del Partito Democratico, voterei per Pierluigi Bersani. Senza pensarci due volte. L’Emilia, il socialismo di Bettola, vicino a Piacenza, le liberalizzazioni, quel mezzo toscano sempre acceso in bocca, il partito liquido no, quello è roba da Veltroni. Questo è Pierluigi. A mio modesto avviso, quello che ci vuole veramente per il Partito Disastrato. Perché è serio, capace, competente e (soprattutto) realista. Perché sa stare e far stare al proprio posto, non ha inclinazioni lunatiche e pubblicitaristiche e conosce giustamente i propri limiti e i propri doveri. Perché se eletto segretario non andrà a giurare fedeltà alla Costituzione su un marciapide emiliano nelle mani del padre e non si sceglierà un vice solo perché nero. Perché non ha impostato la propria campagna elettorale su un solo tema, peraltro così complesso e difficile come la laicità. Perché non ha mai rinnegato le proprie radici e la propria cultura, ma non per questo non sa guardare con favore al futuro. Perché le sue parole d'ordine sono Partito e Politica. Perché è l'unico a essere veramente convinto che l'alleanza con l'Udc sia una ricchezza e non un peso. Perché se vincerà lui, potremo sperare di tornare a una fase di normalità politica e al contempo di novità (vera) con un'alleanza stabile tra un forte partito di Centro e uno forte di Sinistra, mettendo finalmente fine al veltronismo, capace solo di emulare e plagiare la storia e la cultura di un partito troppo lontano dall'Italia. Perché con calma e razionalismo è sempre capace di zittire gli ululanti mastini di Destra e i suoi discorsi sanno tanto di concretezza e di tanto amato Novecento. Perché su laicità e coscienza individuale e personale ha parlato sempre bene. Perché non è né tagliando né cassando che si innova. Non perché dietro ha D'Alema, che però è sempre D'Alema. Perché ha già vinto un Congresso, quello vero, e per questo meriterebbe già l'incoronazione. Perché se vincerà non si riempirà la bocca di Obamismi o di frasi preconfezionate sulla speranza e sul futuro. Vai Pierlugi. Se non fosse per forza maggiore, domenica voterei per te.
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