Bellissimo editoriale quello di stamattina di Ferruccio De Bortoli sul Corsera. Una dichiarazione di libertà e professionalità, che nel giornalismo di oggi sono state offuscate da personalismi e delegittimazioni morali. De Bortoli denuncia anche la bipolarizzazione selvaggia dei media: o stai con Berlusconi e oscuri le sue malefatte o stai contro Silvio e intervisti la D'Addario. Inimmaginabile invece che un giornalista faccia il proprio dovere seguendo un codice deontologico da non dimenticare mai. Scrive più in dettaglio:
Un giornale non è un partito. L’informazione è corretta se fornisce al lettore tutti gli elementi necessari per formarsi, in piena libertà e senza condizionamenti, un’opinione. Non lo è quando amplifica o sottostima una notizia chiedendosi prima se giova o no alla propria parte o al proprio padrone. Ed è quello che sta accadendo oggi: i fatti non sono più separati dalle opinioni. Sono al servizio delle opinioni. I lettori rischiano di essere inconsapevolmente arruolati in due trincee, dalle quali si danno vita a campagne stampa e raccolte di firme. Tutti liberi di farlo, naturalmente. A volte con qualche ottima ragione. Ma senza trattare poi coloro che non vi aderiscono come alleati di fatto del nemico o pavidi spettatori. Gli avvenimenti sono spesso manipolati, piegati alla bisogna. Trionfa la logica dell’attacco personale, della delegittima zione morale. C’è il regime in Italia, come scrivono alcuni giornali stranieri? No, e la pronuncia della Consulta lo dimostra. La libertà di stampa è in pericolo? Le querele sono gravi e da condannare, specie se vengono dal potere a scopo intimidatorio, ma il pluralismo c’è, nono stante tutto. Il premier deve rispondere alle domande? A tutte, anche alle più reiterate e innocue. Purtroppo, però, le regole di base di que sta professione sono saltate. Chi non si mette un elmetto e si schiera è un traditore o un venduto, non un professionista al servizio del proprio pubblico.
I fatti non sono più separati dalle opinioni. E chi (giustamente) desidera informare il lettore con obiettività e imparzialità senza influenzarlo viene visto con occhio torvo da entrambe le parti. Ma di chi è la colpa? Di Berlusconi che accusa la stampa estera e italiana di sputtanare il paese o di Repubblica che ha tirato fuori il sexygate del premier? Di entrambi, a mio avviso. Perché se Berlusconi fa male (anzi malissimo) a querelare i giornali che lo criticano, Scalfari e Travaglio non fanno certo bene a criticare un professionista validissimo come De Bortoli! Cito sempre quest'ultimo:
E veniamo all’editoriale di Eugenio Scalfari sulla Repubblica che ho trovato ingiusto e insultante. Mi dispiace molto. Scalfari ha letto la mia risposta di venerdì alle accuse del premier, manipolando le mie parole a suo uso e consumo. Lo considero profondamente scorretto. Il paradosso di tutta questa vicenda è che Repubblica ha fatto la sua campagna contro il premier con le notizie pubblicate… dal Corriere . Scalfari tenta di delegittimarmi moralmente perché non abbiamo seguito il suo giornale, querelato dal premier, e non siamo scesi in piazza sotto le bandiere di un partito o di un sindacato. Sulle querele ho già detto quello che penso. Ed Ernesto Galli della Loggia ha preso posizione sul Corriere sul fatto che le querele a Repubblica e all’ Unità fossero sbagliate e gravi. Ma dov’erano lui e il suo giornale quando gli avvocati di Berlusconi, Ghedini e Pecorella (da me chiamati avvocaticchi per le leggi ad personam e per questo condannato) mi citarono in giudizio? E dov’erano lui e il suo giornale quando D’Alema, allora al potere, se la prese con noi fino a proporre la mia cacciata dall’Ordine dei giornalisti? Li ho forse accusati, in quelle occasioni, di essersi accucciati al potere di turno? No, rispettai il loro ruolo, anche se di spettatori. Interessati. Devo andare avanti?
Già. Dobbiamo andare avanti? Quanto dovremo aspettare per riavere un'Italia normale? In cui i Tg non siano gossip ma informazione? Mi viene da dire, usando un po' di ironia, "meno male che Ferruccio c'è!"
Nessun commento:
Posta un commento