Secondo il sito A voce alta, tra Casini e D'Alema si potrebbe instaurare un paragone politico. Entrambi sarebbero due miti senza un perché: due inetti senza capacità concrete né possibilità realistiche di successo nella carriera. Un'analisi netta, decisa, che non lascia margini di interpretazione. Ma anche avventata e esagerata. Perché parte da un pregiudizio di fondo che la caratterizza da cima a fondo: perfino la storia personale del nostro leader viene storpiata e piegata a convenienza. Perfino il paragone è eccessivo. Baffino e Casini hanno poco da spartire. I loro destini (forse) si incontreranno, ma questo è troppo poco per usarli come termini di paragone in negativo. Ci sono poi troppe inesattezze nel pezzo. Intanto, Casini si è comportato benissimo da Presidente della Camera, all'insegna di un'imparzialità che non fosse solo una non presa di posizione; di una riscoperta delle figure storiche della storia della Repubblica più importanti; di un garbo istituzionale che troppo spesso viene dimenticato. Le misere percentuali di cui si parla nell'articolo hanno conosciuto un'impennata negli ultimi giorni (i sondaggi ci danno stabili all'8-9 per cento) tanto che il premier Berlusconi ne sarebbe seriamente preoccupato. Il progetto di un grande Centro (che gli Italiani forse non amano, ma di cui hanno estremamente bisogno) è ormai decollato e presto prenderà forma definitivamente, insieme a tutti quegli uomini liberi e forti che sono disposti a mettere in gioco la propria poltrona (sicura) per costruire qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Se poi Casini stava lasciando lo studio di Ballarò, era perché la qualità del dibattito stava scadendo veramente. Tra gossip, giudici comunisti e (pseudo) complimenti tra Gasparri e la Bindi, non sembrava proprio di essere in un programma di approfondimento politico. Ecco tutto. Se poi Pierferdinando Casini riterrà che il nuovo partito di Centro si debba alleare con il centrosinistra, questo si vedrà e si giudicherà a tempo debito. Anche perché una nuova aggregazione di moderati popolari, liberali e democratici è una novità eccezionale: non più solo un residuale combriccola di apolidi democristiani, ma la sintesi e l'incontro di uomini coraggiosi con storie e origini diverse. Poco importa se poi ci alleeremo con la Destra o con la Sinistra. Perché prima di tutto viene il nostro progetto e il nostro futuro.
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