Aria di disastrosa scissione all'interno del Partito Democratico. Dopo Francesco Rutelli (la cui associazione presentata ieri ha già preso il largo), infatti, un'altra ala sarebbe pronta a entrare nella Costituente di Centro di Pierferdinando Casini. Si tratta degli ex Dc, riuniti da tempo sotto il nome di Popolari, che non gradirebbero più la propria permanenza all'interno di un Pd fortemente dalemiano. La probabile sostituzione del capogruppo Soro con Letta, la presidenza del partito assegnata alla Bindi o a Prodi, il socialismo europeo mal digeribile, il taglio da ogni posizione di rilievo sono motivazioni più che valide. Dopo la sonora sconfitta di Dario Franceschini, infatti, sia Franco Marini che Beppe Fioroni starebbero saggiando la possibilità di una loro fuoriuscita e la costituzione di un nuovo partito centrista che sarebbe pronto a incontrarsi con l'Udc già prima delle elezioni regionali. Fioroni ha avuto modo di incontrare il Card Bertone qualche settimana fa, e di esporgli le proprie perplessità intorno al risultato delle primarie. Ha poi abbozzato una possibile exit strategy, che consisterebbe in un'uscita dal Pd dopo che la rivoluzione Bersani, creando nuovi gruppi parlamentari (che potrebbero prendere il nome di Popolari per la Costituente) sia alla Camera che al Senato e federarsi immediatamente all'Unione di Centro. Franco Marini ieri ha addirittura preso le distanze da Fassino e Franceschini. Tutto per guadagnare vantaggio soprattutto sulle mosse di Rutelli. Se infatti questi e Casini dovessero raggiungere un'alleanza di ferro, i popolari perderebbero importanza. Se invece già fra due settimane al massimo, Marini e Fioroni offriranno all'ex presidente della Camera ben 46 parlamentari (che con un po' di sforzo potrebbero diventare anche 60) da sciogliere addirittura in un unico gruppo comune, la loro posizione diventerebbe strategica e fondamentale per la nascita del nuovo partito. Né Fioroni né Marini, infatti, hanno gradito le ultime mosse improvvise dell'ex sindaco di Roma, che temono per la propria imprevedibilità e il loro tentativo di neutralizzarlo potrebbe anche riuscire. Bruno Tabacci, ideologo della corte centrista e fine conoscitore della politica, ha detto chiaramente che l'Udc non basta più e che gli spazi al Centro sono molti e forti. Non per niente nel manifesto firmato ieri a Roma si legge dell'importanza della nascita di un partito liberale, democratico, popolare. Non manca nessuna aggettivazione: Rutelli, Casini e Fioroni ci entrano tutti. Vedremo chi si aggiungerà.
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